VITAMINA D
La vitamina D è una vitamina liposolubile, che contribuisce a mantenere nella norma i livelli di calcio e di fosforo nel sangue.
Viene in grande parte accumulata dal nostro organismo attraverso l’esposizione ai raggi solari e va integrata solo in situazioni particolari, legate alla crescita, alla gravidanza e all’allattamento.
In quali alimenti è presente?
Si trova nei pesci grassi, come il salmone, latte e derivati, uova, fegato e verdure verdi, ma soprattutto nell’olio di fegato di merluzzo.
Quali comportamenti possono provocare una carenza di vitamina D?
Dal momento che la maggior parte della vitamina D viene recepita dai raggi del sole, una carenza di questa vitamina può derivare da comportamenti che impediscano l’esposizione al sole, come il vestirsi troppo coperti, l’utilizzare protezioni solari troppo elevate o restare al chiuso per lunghe ore.
Quando è utile l’integrazione?
L’AIFA afferma che l’integrazione di questa vitamina è consigliata con valori inferiori a 30 nmol/L. Anche se diffuso comincia ad essere il parere secondo il quale i valori ottimali da considerare siano almeno di 50-60 nmol/L.
Come assumere la vitamina D?
L’assunzione migliore volta a soddisfare il fabbisogno di vitamina D è in forma liquida, in gocce, giornaliera, di 2000 U, anziché una volta al mese, perché in questo modo si riesce meglio a simulare la normale funzionalità organica, e a raggiungere facilmente i livelli ottimali in caso di carenza. L’integratore ideale deve contenere anche una componente grassa, come olio d’oliva, perchè essendo una vitamina liposolubile, viene assorbita meglio.
L’azione delle integrazioni non è immediata: è necessario del tempo, a volte anche settimane, affinché si mostrino i primi effetti. In linea generale per l’integrazione di vitamina D, come per qualunque altra forma di integrazione, è necessario un trattamento minimo di 1-2 mesi.
Recenti studi epidemiologici hanno dimostrato che in Italia l’incidenza della carenza di vitamina D è maggiore rispetto ai paesi del nord Europa, perché se è vero che i secondi soffrono più di noi la scarsità di luce solare, essi hanno acquisito già da tempo l’abitudine di “rinforzare” gli alimenti con aggiunte di vitamina D, cosa da noi ancora non molto diffusa.
In particolare nel nostro Paese le carenze di vitamina D si manifestano in donne in menopausa e in generale, nella fascia di popolazione anziana. Si stima che circa l’80% di donne e uomini con età superiore ai 70 anni mostri valori di carenza.
I benefici correlati ad un integratore interessano solo persone che hanno una carenza reale, rilevata attraverso gli esami del sangue. Mentre è del tutto inutile e potenzialmente pericoloso prendere integratori se i propri livelli sono già normali.
La somministrazione di questa vitamina è inefficace e inappropriata per la prevenzione cardiovascolare e cerebrovascolare e per la prevenzione dei tumori. E’ inefficace anche nella protezione dal COVID e dalle infezioni respiratorie in generale.